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lunedì 3 marzo 2008

23^ Mimosa Cross


Chi pensa che l’Emilia Romagna sia una regione pianeggian-
te deve venire a correre la “Mimosa cross” ad Albinea in provincia di Reggio Emilia. Già mi era capitata una gara simile a Castelnuovo di Porto con salite ripide di diversi chilometri. La fortuna di Domenica è stato il fatto di non conoscere il percorso per cui dietro ad ogni curva speravo che finisse la salita; così facendo, a differenza di tanti corridori, ho superato i tratti più duri senza mai smettere di correre. Il caldo, per di più, ha dato il suo contributo per rendere la gara ancora più faticosa (ma siamo in Marzo o in Luglio ?!), aggiungiamo anche che ero sceso dalla montagna il giorno prima, dopo una settimana bianca bellissima ma anche faticosissima e con temperature decisamente più basse.
Come scuse vi bastano per giustificare una prova cronometrica non certamente delle migliori?... 12,1 km in 58’58”. Ci tengo, comunque, a precisare che ne è valsa la pena perché il paesaggio meritava.
Devo ringraziare Romeo (nella foto) che mi ha accompagnato per cui, oltre alla sua piacevole compagnia, ho potuto avere un ricordo fotografico della manifestazione.
Manifestazione di carattere non competitivo, divisa in tre tracciati di: km 4/12,1/22,2 a cui ha potuto partecipare chiunque, correndo o passeggiando senza una classifica ufficiale e con una quota d’iscrizione irrisoria: € 1,50 con una bottiglia di Lambrusco in omaggio.
Durante i primi chilometri percorsi con un’andatura intorno ai 4’10” ho avuto l’occasione di conoscere un corridore ciociaro: Franco, che ho scoperto essere un collega e che nei prossimi giorni, sicuramente, contatterò. Lui però ha scelto la 22 km, per cui dopo una bella chiacchierata, intorno al 5 km, le nostre strade si sono divise ed io ho imboccato una sterrata che mi ha portato al ristoro, che con il caldo presente, è stata una mano santa. Per rimanere in tema di santi, al 7° è iniziato il muro di circa un km e mezzo abbondante e li ne ho visti diversi: Sant’Antonio, San Gennaro, San Benedetto e tanti altri per culminare con l’apparizione della Vergine alla chiesetta in cima la salita, qui ormai il cronometro non lo guardavo più, lo scopo era solo quello di non fermarmi. Una serie di saliscendi spacca-gambe mi ha portato alla discesa finale con un paio di tornanti mica da ridere, mi avrebbe fatto comodo lo slittino con cui mi sono divertito in montagna.
Masochisticamente parlando, sono comunque, contento di essermi distrutto le ginocchia, le caviglie e la schiena con questa gara… Domani un po’ di piscina e poi riprendiamo la preparazione per la mezza di Trieste.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si ma il lambrusco dove sta?
Tu fatichi, io bevo!
Un saluto a Romeo!

Master ha detto...

Gran bel racconto Micio, e anche la prestazione non è da meno!
Complimenti!